Appunti sulla storia … prima del “Malpensa”

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San Lazzaro (Bologna) 

Il punto di fusione del ferro è sui 1.538 gradi centigradi (°C). E il punto di fusione è quello stato intermedio, malleabile, tra il solido e liquido, e a temperature superiori il metallo cola. Difficile quindi che un container metallico possa essere distrutto da un incendio.
Mi riferisco a un pezzo pubblicato di recente sulla questione del centro sociale “Fiorenzo Malpensa” che, saltando un’intera fase della sua storia, riporta questa frase: “Il centro Fiorenzo Malpensa nacque nel 1997 in un container e dieci anni dopo, in seguito a un incendio, fu trasferito nel 2007 nella villa di proprietà comunale (…)”. Container gelido d’inverno e rovente d’estate, che fu sede iniziale del centro sociale anziani “San Lazzaro Nord”, posto in via Rimembranze accanto alla sede della banda, che era un guscio vuoto con dentro tavolini e sedie di recupero. Non c’era un gran ché da bruciare.
L’atto costitutivo della pionieristica iniziativa fu firmato il 31 gennaio 1997 da Enzo Dall’Olio, Gianni Ginnesi, Fiorenzo Malpensa, Maria Mascagna, Marino Masetti, Paolo Torreggiani, Vittorio Zanna e Mario Zini. L’intenzione era di creare un luogo di aggregazione e di svago per gli anziani privi di un punto di ritrovo. Dopo l’elezione di un comitato di gestione fu eletto Mario Zini alla presidenza, con Maria Mascagna come vice, e Fiorenzo Malpensa a tesoriere e segretario.
I container non erano certo confortevoli con i soci fondatori del centro che avevano invece chiesto la collocazione, più verde, dell’area tra le vie Rimembranze, Parma e San Lazzaro. Area, vincolata dal Prg, che fu poi concessa dal Comune, nel settembre dello stesso anno, ma per una struttura provvisoria e smontabile. La scelta cadde su una baita di 100 metri quadri che fu inaugurata nel gennaio 1998 abbandonando il container metallico che non fu mai oggetto di incendi.
Col trasferimento tale sede divenne per tutti il centro sociale “La Baita” ma il crescere dei soci rese piccola la casetta che fu raddoppiata nel 2003 con una baracca fornita dal Cavet. E furono le casette de “La Baita” distrutte da un incendio appiccato da un ragazzino l’11 marzo 2007, non il container, tra le lacrime dei soci anziani.
Dopo i lavori di ristrutturazione il centro sociale, poi intitolato alla memoria di Fiorenzo Malpensa, prese possesso di “Villa Serena” in via Jussi con presidente Vilma Cuscini. Sede inaugurata il 21 luglio 2007 col direttivo oggi in disfacimento tanto che ora il Comune cerca di salvare il centro anziani pensando di trasferirlo “in una struttura più adeguata con un solo piano vicino a un parco e a una scuola”. Se è così perché non far rinascere “La Baita” dov’era prima? E perché non dare poi il centro in gestione alla vecchia dirigenza che aveva reso grande “La Baita” col Lazzarino d’oro … e tante altre iniziative?

Giancarlo Fabbri

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Giornalista freelance
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