Pierluigi Giordani, morto sul lavoro, e il “suo” ponte

Nelle immagini la cerimonia di dedicazione, la targa e il giovane Pierluigi Giordani

Bologna – San Lazzaro

Anche giovedì 11 aprile 2024 “il Resto del Carlino” nel titolo e nel testo di un articolo ha definito “ponte del Parco dei Cedri” il ricostruendo ponte ciclopedonale sul Savena, che tornerà a unire i parchi pubblici dei Cedri (Bologna) e della Resistenza (San Lazzaro) dimostrando che non si conosce quell’infrastruttura. Non mi stupisce che non la conosca chi ha scritto il pezzo, forse ha ricevuto un comunicato, ma mi dispiace che non la conoscano le amministrazioni comunali interessate. A botta calda si parla tanto di morti sul lavoro … ma la memoria è corta.

Quel ponte ha due storie: una vecchia e una tragica. La vecchia è che su quei piloni in muratura una volta poggiava il ponte di ferro dove passava il tram della linea Atm 20, che dal 1948 al 1961 univa San Lazzaro a Bologna, poi sostituita dall’autobus. Quella tragica è che nel costruire quel ponte ciclopedonale di legno, già demolito e in via di ricostruzione dopo essere stato interessato da altri interventi, a causa del rovesciamento di una trave in legno lamellare, lunga 50 metri e pesante 400 chili, perse le vita il giovane Pierluigi Giordani di 21 anni. Nativo di Rovereto (Trento) giunse in cantiere il mattino del 18 maggio 1995 ma non arrivò vivo a sera, mentre un collega fu ferito. I due lavoravano per la Ferrari Cesare di Isera (Trento), subappaltatrice della Holzbau che aveva realizzato i prefabbricati in legno da montare in opera.

Sulla sua tragica vicenda ne scrissero per giorni i quotidiani bolognesi, trentini e roveretani con epilogo una sentenza del 13 aprile 1999 che condannava il datore di lavoro, Cesare Ferrari, a quattro mesi di reclusione con pena sospesa grazie ai benefici di legge. E assolveva dall’accusa di omicidio colposo la Holzbau di Bressanone (Bolzano) che vinse l’appalto, il responsabile di cantiere dell’impresa altoatesina e il progettista e direttore dei lavori.

Dopo il sequestro del cantiere, e interruzioni varie, il nuovo ponte ciclopedonale fu infine inaugurato il 12 ottobre 1996 con una semplice cerimonia dal sindaco di San Lazzaro Aldo Bacchiocchi e da rappresentanti del Quartiere Savena e del Comune di Bologna. Il manufatto, fino allora chiamato “Ponte dei Cedri”, fu poi ufficialmente dedicato alla memoria del giovane trentino il 27 ottobre 2001. Alla dedicazione del ponte a Giordani, voluta dall’allora sindaco Aldo Bacchiocchi per ricordare il tema delle morti sul lavoro, oltre alle autorità sanlazzaresi e bolognesi, prese parte la madre del giovane e il sindaco di Rovereto che donò a San Lazzaro una campanella da tavola copia in miniatura della storica campana della città trentina, simbolo di pace, realizzata fondendo il bronzo dei cannoni della guerra 1915-18.

A distanza di poco più di vent’anni dispiace dover constatare che le istituzioni hanno memoria corta nonostante un’intitolazione ufficiale e la targa che almeno quella, forse già sparita, ricordava la tragica morte di un giovane nel suo primo giorno di lavoro a San Lazzaro.

Giancarlo Fabbri

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“Pranzo Solidale” per prevenire e combattere il cancro

Nelle immagini la locandina, il logo dell’Istituto Ramazzini e l’oncologo professor Cesare Maltoni

Pianoro (Bologna)

Domenica 25 febbraio alle 12.30, a Pian di Macina nel centro feste “Rossi di Castel Petrosa” di via Garganelli 13, si terrà un “Pranzo Solidale” a sostegno della lotta contro il cancro della cooperativa sociale onlus Istituto Ramazzini di Bologna. Per info e prenotazioni telefonare ai numeri: 340-5353020 (Carla) o 328-0153670 (Paola). Il menù proposto comprende un bis di primi con lasagne e tagliatelle, uno di secondi con salsiccia e pollo, patate al forno, insalata, dolce, acqua e vino. Il contributo è di 25 euro per gli adulti e di 12 euro per i bambini fino ai 12 anni di età. Il ricavato, tolte le spese, sarà destinato alle benemerite attività del “Ramazzini” per la prevenzione dei tumori.

Come si sa il cancro nelle varie forme è una brutta e subdola malattia, e non è un modo di dire perché troppo spesso si avvertono i sintomi quando è in fase avanzata. Per la prevenzione dei tumori, la ricerca scientifica e la lotta contro il cancro è quindi utile, almeno una volta l’anno, una visita di controllo. Il cancro è infatti una terribile malattia che però, se scoperta nelle fasi iniziali può essere sconfitta. Le sue molte forme sono studiate da tempo ma ancora piene di misteri da svelare a cui Cesare Maltoni (1930-2001), scienziato di fama mondiale, aveva dedicato la vita. Una vita di oncologo nella sanità ospedaliera, nelle ricerche scientifiche di laboratorio sulle cause, sui prodotti cancerogeni, sulle onde elettromagnetiche, sulle radiazioni, sulle malattie ambientali e professionali. Un impegno professionale, e umano, culminato con la fondazione del centro di ricerche nel castello di Bentivoglio, di hospice per l’assistenza antalgica ai malati terminali e, per la sempre più necessaria prevenzione, dell’Istituto Ramazzini, del poliambulatorio di via Libia a Bologna, e infine di quello di Ozzano da lui agognato che fu aperto dopo la sua scomparsa. Partecipare al “Pranzo Solidale” sarà quindi un fare onore alla sua memoria di uomo e scienziato dando poi un contributo all’Istituto Ramazzini, ai suoi poliambulatori e al centro di ricerche scientifiche di Bentivoglio intitolato al suo nome.

Giancarlo Fabbri

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“Pranzo Solidale” per prevenire e combattere il cancro

Nelle immagini la locandina, il logo dell’Istituto Ramazzini e l’oncologo professor Cesare Maltoni

Pianoro (Bologna)

Domenica 25 febbraio alle 12.30, a Pian di Macina nel centro feste “Rossi di Castel Petrosa” di via Garganelli 13, si terrà un “Pranzo Solidale” a sostegno della lotta contro il cancro della cooperativa sociale onlus Istituto Ramazzini di Bologna. Per info e prenotazioni telefonare ai numeri: 340-5353020 (Carla) o 328-0153670 (Paola). Il menù proposto comprende un bis di primi con lasagne e tagliatelle, uno di secondi con salsiccia e pollo, patate al forno, insalata, dolce, acqua e vino. Il contributo è di 25 euro per gli adulti e di 12 euro per i bambini fino ai 12 anni di età. Il ricavato, tolte le spese, sarà destinato alle benemerite attività del “Ramazzini” per la prevenzione dei tumori.

Come si sa il cancro nelle varie forme è una brutta e subdola malattia, e non è un modo di dire perché troppo spesso si avvertono i sintomi quando è in fase avanzata. Per la prevenzione dei tumori, la ricerca scientifica e la lotta contro il cancro è quindi utile, almeno una volta l’anno, una visita di controllo. Il cancro è infatti una terribile malattia che però, se scoperta nelle fasi iniziali può essere sconfitta. Le sue molte forme sono studiate da tempo ma ancora piene di misteri da svelare a cui Cesare Maltoni (1930-2001), scienziato di fama mondiale, aveva dedicato la vita. Una vita di oncologo nella sanità ospedaliera, nelle ricerche scientifiche di laboratorio sulle cause, sui prodotti cancerogeni, sulle onde elettromagnetiche, sulle radiazioni, sulle malattie ambientali e professionali. Un impegno professionale, e umano, culminato con la fondazione del centro di ricerche nel castello di Bentivoglio, di hospice per l’assistenza antalgica ai malati terminali e, per la sempre più necessaria prevenzione, dell’Istituto Ramazzini, del poliambulatorio di via Libia a Bologna, e infine di quello di Ozzano da lui agognato che fu aperto dopo la sua scomparsa. Partecipare al “Pranzo Solidale” sarà quindi un fare onore alla sua memoria di uomo e scienziato dando poi un contributo all’Istituto Ramazzini, ai suoi poliambulatori e al centro di ricerche scientifiche di Bentivoglio intitolato al suo nome.

Giancarlo Fabbri

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All’Arci “Polenta con noi” per vincere il cancro

Nelle foto il logo del Ramazzini, Cesare Maltoni, e la festa nella “Sala 77” dell’Arci di San Lazzaro

San Lazzaro (Bologna)

Domenica 11 febbraio, alle 12.30, nella “Sala 77” del circolo Arci di San Lazzaro, in via Bellaria 7, si terrà l’ormai tradizionale pranzo “Polenta con noi” a sostegno della lotta contro il cancro della coop sociale onlus Istituto Ramazzini di Bologna. Prenotazione obbligatoria, entro il 7 febbraio, al numero 360-884207 (Giusi) o al 339-4948252 (Anna). Alla prenotazione è anche possibile chiedere l’alternativa con pasta al ragù invece della polenta per pranzare in lieta compagnia anche se non si gradisce la rustica polenta di farina gialla. Al pranzo si partecipa con un’offerta di 24 euro per gli adulti, a 10 per i bimbi dai sei ai dieci anni di età, fino ai cinque anni non pagano, e di 22 euro per l’asporto della sola polenta dalle 12.30. Si precisa che non è disponibile il pagamento Bancomat. Il ricavato, tolte le spese, sarà destinato alle attività del “Ramazzini”. Il menù proposto prevede l’antipasto seguito da polenta con ragù, costine, squacquerone e friggione, dessert, acqua e vino.

Come si sa il cancro nelle sue varie forme è una brutta bestia, e non è un modo di dire. Per la prevenzione dei tumori, la ricerca scientifica e la lotta contro il cancro è quindi utile, almeno una volta l’anno, assaggiare la calda polenta cucinata dai volontari dell’Arci di San Lazzaro. Iniziativa che si ripete da anni a cura dei soci della locale sezione dell’Istituto Ramazzini, intitolata all’indimenticabile volontaria Teresa Silvagni, presieduta da Paolo Nicoli. La sezione soci di San Lazzaro da anni gestisce anche un negozio del tutto speciale, “Le Ramazzine” di via Casanova 14, aperto dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30, e il mercoledì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, dove trovare a prezzi d’occasione oggetti da arredamento, capi di abbigliamento, e articoli vari, nuovi o usati da acquistare per sé, per i propri familiari e per gli amici. Negozio ad alta solidarietà sociale gestito dalle stesse volontarie che il sabato mattina, quando non piove, e non nevica, aprono il loro banchetto in piazza Bracci in occasione del mercato settimanale.

Il cancro è una terribile malattia che però, se scoperta nelle fasi iniziali può essere sconfitta. Le sue molte forme sono studiate da decenni ma ancora piena di misteri da svelare a cui il sanlazzarese Cesare Maltoni (1930-2001), scienziato di fama mondiale, aveva dedicato la vita. Una vita di oncologo nella sanità ospedaliera, nelle ricerche scientifiche di laboratorio sulle cause, sui prodotti cancerogeni, sulle onde elettromagnetiche, sulle radiazioni, sulle malattie professionali e ambientali. Un impegno professionale, e umano, culminato con la fondazione del centro di ricerche nel castello di Bentivoglio, di hospice per l’assistenza ai malati terminali e, per la necessaria prevenzione, dell’Istituto Ramazzini, del poliambulatorio di via Libia a Bologna; quello di Ozzano da lui agognato fu aperto dopo la sua scomparsa. “Polenta con noi” sarà quindi un fare onore alla sua memoria dando un piccolo contributo all’Istituto Ramazzini, ai suoi poliambulatori e al centro di ricerche.

Giancarlo Fabbri

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Pianoro Silicon Valley del packaging

Nelle immagini la copertina della rivista e il condirettore Fabrizio Monari

Appennino bolognese

Molti non lo sanno ma la Valle del Savena nel Comune di Pianoro a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso è diventata una sorta di Silicon Valley del packaging. Un ramo dell’industria metalmeccanica rivolto al futuro grazie alle nuove tecnologie, intelligenza artificiale compresa, che per fortuna ha colmato un pauroso vuoto dato dalla scomparsa delle centinaia di aziende nate al tempo del boom economico. Con aziende come Cam Martelli, Mg2 Gamberini, Marchesini Group e della Romaco Italia dal 2017 di proprietà della cinese Truking Group che esportano oltre l’80% della loro produzione di machine e soluzioni per il confezionamento veloce di un’ampia gamma di prodotti alimentari, farmaceutici, cosmetici, eccetera. Questa è la storia che racconto con un articolo nel numero 65 di “Savena Setta Sambro”.

Un semestrale di storia, cultura e ambiente, già da qualche settimana nelle edicole del suo territorio di riferimento, edito dall’omonimo Gruppo di studi storici che ha sede a Monzuno. La rivista, un vero e proprio libro di 224 pagine – con in copertina una veduta della Valle del Savena ripresa dal bravissimo William Vivarelli –, è disponibile nelle edicole degli otto comuni interessati dalle tre vallate: Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi; e nella libreria Nanni di Bologna in via de’ Musei 8. Il sottotitolo: “Rivista di storia, cultura e ambiente” ne evidenzia gli indirizzi di ricerca e divulgazione storica, geofisica, naturalistica, culturale e artistica della montagna bolognese. L’uscita dell’ultimo numero è stata festeggiata lo scorso 17 dicembre nel Palazzo Loup di Scanello a Loiano con la partecipazione di sindaci e assessori alla cultura di molti comuni dell’Appennino attraversati dai tre torrenti che danno nome al Gruppo di studi e alla sua rivista.

Un vero libro di conservazione e tutela della memoria locale dove la quarantina di articoli possono soddisfare i vari interessi culturali. Grazie alla rivista è possibile approfondire lo studio del tessuto antropologico e naturalistico di questo territorio ricco di testimonianze e di bellezze naturali. A raccogliere l’intera collana è come avere nella propria biblioteca, in quella della scuola o in quella pubblica un vero patrimonio di memoria che cresce ogni anno. Infatti come sempre la rivista contiene articoli, saggi brevi e immagini, spesso inedite, con un vasto ventaglio di argomenti per accontentare ogni persona che ami questi luoghi. Un libro di memoria che ha come condirettori il presidente del Gruppo Daniele Ravaglia e Fabrizio Monari.

Oltre a già citato articolo del vostro cronista in questo numero potete leggere anche i lavori di: Loris Arbati, Vincenzo Bartoli, Paolo Bacchi, Romana Benassi, Elisa Bruzzi, Maria Cecchetti, Lorenzo Cipolli, Marisa Collina, Paola Dalli Leoni, Fausto Desalvo, Cecilia Desideri, Luciano d’Incà, Francesco Fabbriani, Gualtiero Francia, Umberto Fusini, Gabriele Macchiavelli, Giancarlo Marconi, Rossella Martino, Fabrizio Monari, Mimma Mussolini, Eugenio Nascetti, Giovanna Pezzi, Giancarlo Rivelli, Rossella Rocco, Antonio Santi, Sandra Sazzini, Fabiano Serra, Adriano Simoncini, Massimo Simoncini, Giampiero Spinola, Placida Staro, Arnaldo Vitelli, William Vivarelli, Ida Zanini, Maria Rosa Zannini, Simona Zedda, Gian Luigi Zucchini. Per informazioni, abbonamenti e arretrati consultare la penultima pagina di copertina della rivista, il sito: www.savenasettasambro.com oppure scrivere a: redazione@savenasettasambro.com.

Giancarlo Fabbri       

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Un ricordo di due grandi dell’arte e della cultura

Bologna – Pianoro

Eugenio Riccomini, tra i più importanti storici dell’arte italiana, e tra i maggiori personaggi della cultura bolognese, se n’è andato nel giorno dello scorso Natale. Lo conobbi nell’ottobre del 2007 in occasione di un evento nella storica Villa Nova dei Gozzadini in quel di Castenaso. Un edificio salvato dal degrado totale con la ricostruzione del tetto ma non ancora recuperato e usato. Grande affabulatore Riccomini (1936-2023) con una lezione all’aria aperta condusse i presenti in un viaggio a ritroso nei secoli per poi riportarli all’oggi narrando la storia di questo edificio. Dimora patrizia di campagna che vide nel 1853 le scoperte del conte Giovanni Gozzadini, dell’allora misteriosa civiltà villanoviana nella necropoli di Caselle scoperta nei suoi poderi a San Lazzaro.

Dai miei ricordi di Riccomini e quelli per Adria Gialdini Santunione (1920-2014) il passo è breve. Infatti il Riccomini critico d’arte ebbe per la Gialdini e le sue opere parole di lode. E lei stessa, in occasione di un’intervista, mi diede la foto del ritratto che lei fece al grande personaggio della cultura bolognese recentemente scomparso.

La conobbi nel 1994 intervistandola per la rivista Il Punto di Pianoro titolando il pezzo: La signora che colora il vento. Di lei artista ebbi poi modo di scriverne nel 2009 e nel 2010 per il quotidiano L’Informazione. Con anche la soddisfazione di vedere che il titolo del 1994 era stato ripreso pari pari per la sua ultima mostra personale, svoltasi dal 12 settembre al 30 ottobre 2014, a Palazzo Pepoli Campogrande, in via Castiglione a Bologna, con grandi dipinti in quattro sale ciascuna corrispondente agli elementi principali: acqua, aria, fuoco e terra.

Nata a Boretto (Reggio Emilia) Adria ebbe il dono di un’abilità manuale senza pari unita a una grande sensibilità estetica. Da bambina usò questi doni come ricamatrice poi come pittrice di stoffe, foulard, e scialli. Il destino le fece incontrare il professor Baldini di Milano, che d’estate passava le vacanze a Boretto dove amava dipingere il Po e il paesaggio. Docente che insegnò i primi trucchi del mestiere alla giovane che non aveva frequentato scuole o accademie di belle arti.

Nel 1951 sposò Vittorio Santunione, pittore di cui adottò con orgoglio il cognome, e si trasferì a Bologna dove iniziò a mettere a frutto le sue capacità facendo copie di dipinti esposti alla Pinacoteca di via Belle Arti vendendole a collezionisti europei e americani. Con Cesare Gnudi, direttore della Pinacoteca dal 1945 al 1975, che la volle nel laboratorio di restauro. A Rastignano, dal 1966, accanto al lavoro di restauratrice Adria ha sempre dipinto opere sue originali che oggi sono sparse in musei, gallerie e collezioni private di mezzo mondo.

La biografia completa di Adria Gialdini Santunione è nel mio libro Arti e mestieri a Pianoro assieme a quelle di altri venti artisti pianoresi e di tante altre persone che hanno fatto la storia del territorio pianorese.

Giancarlo Fabbri  

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L’ultimo mio libro lo trovi qui 

Pianoro (Bologna)  

Dato che ci sono persone che me lo hanno chiesto preciso ai lettori i vari recapiti dove trovare il mio ultimo libro a titolo Arti e mestieri a Pianoro presentato lo scorso 24 settembre nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro. Nel capoluogo pianorese il volume è reperibile nelle edicole Donini di via Risorgimento e Del Parco di via della Resistenza. In Pian di Macina nell’edicola Montaguti di piazza Garibaldi e a al Pero di Rastignano nell’edicola MG di via Costa. A San Lazzaro è disponibile nella libreria Squilibrai di via Roma.

Il libro, come da titolo, narra di arti e mestieri ma, soprattutto di tante persone che in un modo o nell’altro hanno creato bellezza, o ricchezza, nel territorio pianorese. Artisti come gli illustratori e fumettisti Iacopo (Apo) Albanelli, Martina (Maui) Bolognini e Gabriele Peddes, gli scultori Michele D’Aniello, Abra Degli Esposti, Giorgio Lenzi, Michele Liparesi, Luciano Nenzioni e Laura Zizzi. O i pittori Vittorio Calegari, Adriano Gramolini, Elio Marchegiani di fama internazionale, Piergiovanni Pierantozzi, Adria Santunione e Giovanni Spezio. Senza dimenticare le opere in legno di Sergio Martini, le ceramiche di Mauro Paolini, le docenze di Giovanna Pascoli Piccinini e di Mili Romano, la promozione artistica dell’associazione Perlarte e le ricerche dell’artista svizzero-messicano Uriel Schmid Téllez che ha lo studio a Sesto.

Ci sono infine mestieri scomparsi, in via di estinzione o tanto cambiati grazie alle tecnologie da essere molto diversi dal passato. Come attività di cava, agricoltura, bachicoltura, calzoleria, edilizia, falegnameria, laterizia, liuteria, lavorazioni del ferro, macelleria, macinazione, panificazione, pasticceria, pelletteria, pellicceria e trasporti.

Il titolo del libro Arti e mestieri a Pianoro non è scelto a caso ma nasce, infatti, dalla presenza a Pianoro del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”. Un’istituzione gestita dall’associazione culturale Territorio e Civiltà dei Mestieri che conserva attrezzi e utensili che nei secoli hanno consentito a generazioni di artigiani, e di artisti, di realizzare oggetti e opere d’arte. Dell’autore sono usciti: Acqua passata (Savena Setta Sambro, 2018) poi, tutti autoprodotti, La Croara e i suoi gessi (2019, esaurito), Gente di San Lazzaro (2020), Farneto e dintorni (2021), Pianoro tra storia e memoria (2022).

Giancarlo Fabbri

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Al museo per sapere come sono nati i colli e le valli

Nella copertina la locandina delle iniziative e la balena rinvenuta a Gorgognano di Pianoro

Pianoro (Bologna)

In occasione della “Festa della Storia” il 21 ottobre è stata inaugurata, nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, in via del Gualando 2, una mostra geologica a titolo “Di Mare in Mare” realizzata dal biologo, speleologo e tanto altro, Giuseppe Rivalta, per raccontare la genesi e la storia geologica delle nostre montagne, colline e valli. L’esposizione intende mostrare, in modo semplice, ma scientificamente corretto, tutte le varie fasi durate milioni di anni, che hanno formato il nostro territorio e come si è trasformato durante le ere geologiche, fino all’attuale paesaggio. Le alternanze dei cambiamenti climatici e dei cicli orogenetici hanno agito come ruspe in tutta l’area bolognese trasformando i fondali marini in montagne e in valli. La mostra sarà visitabile fino a domenica 5 novembre dalle 16 alle 19. Ogni domenica di esposizione Pino Rivalta, sarà anche disponibile a presentare al pubblico proiezioni di immagini relative ai temi trattati nella mostra.

Sabato 28 ottobre alle 17, sempre nell’ambito della Festa della Storia, la dottoressa Michela Contessi, curatrice delle collezioni del Museo “Giovanni Capellini” di Bologna terrà una conferenza sul tema: “Delfini di montagna. Dal mare, alle montagne, ai nostri musei”. Infatti cosa ci fanno i resti di tali cetacei in sedimenti a centinaia di metri d’altezza sul livello del mare? Una domanda che si sono posti in molti, a partire dal XV secolo e in molti hanno provato a darvi risposta, ma è solo dalla metà del 1800 che si delinea la vera storia, geologica, del nostro territorio. Attraverso i reperti custoditi nella Collezione di geologia del museo “Capellini” di Bologna la dottoressa Contessi racconterà questa storia nella storia.

Sabato 4 novembre, sempre dalle 17, il naturalista Umberto Fusini e il fotografo naturalista William Vivarelli , entrambi pianoresi e molto noti, terranno una conferenza a titolo: “Dopo le vicissitudini geologiche delle nostre valli che cosa ritroviamo del passato nel paesaggio di oggi?” Una storia di boschi e di colline, fatta di silenzi, ma tra le rocce plioceniche ricche di fossili orme selvatiche e volo di rapaci e nei torrenti gamberi, tritoni e rane rosse. L’ingresso alla mostra, alle conferenze e al museo è gratuito; ma un’offerta liberale a sostegno del museo pianorese è gradita. Il museo vive infatti grazie alla generosità dei visitatori e all’impegno dei volontari.

Giancarlo Fabbri

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Lasagne contro il cancro a sostegno del Ramazzini

Nelle immagini la Sagra del pesce dello scorso 15 ottobre nella Sala ’77 dell’Arci di San Lazzaro

San Lazzaro (Bologna)  

La buona tavola in lieta compagnia può dare un concreto contributo alla lotta contro il cancro avviata decenni fa dallo scienziato sanlazzarese Cesare Maltoni (1930-2001), oncologo e ricercatore noto in tutto il mondo, fondatore a Bentivoglio di un importante centro di ricerche, dedicato al suo nome, e dell’Istituto Ramazzini.

Quindi già da ora, e entro il prossimo 8 novembre, è possibile telefonare a Giusi (360-884207), Anna (339-8948252) o Leda (338-1154683), per prenotare i posti a tavola per una nuova “Sagra della Lasagna”. Festa gastronomica organizzata dalla sezione “Teresa Silvagni” di San Lazzaro dell’onlus “Istituto Ramazzini” assieme all’Arci sanlazzarese. Pranzo che si terrà dalle 12 di domenica 12 novembre nella “Sala 77” dell’Arci, in via Bellaria 7 a San Lazzaro, con prenotazioni obbligatorie. Pranzo di beneficenza, con offerta minima di 28 euro per gli adulti, 15 per i bimbi dai cinque ai dieci anni e 20 euro per l’asporto (sette euro a porzione nell’asporto della sola lasagna), che propone, dopo l’aperitivo al tavolo, un menù con lasagne al ragù, arrosto di tacchino e salsiccia, patate al forno, dolce (zuppa inglese), acqua e vino. In alternativa alle lasagne, da comunicare obbligatoriamente alla prenotazione, tagliatelle con ragù. Si tratta di una mini sagra preparata dagli chef dell’Arci, con ricavato che sarà destinato alle attività di studio, ricerca e prevenzione dei tumori e delle malattie ambientali e professionali del “Ramazzini”.

Per tutti, anche per i non soci del “Ramazzini” la sezione sanlazzarese, presieduta da Paolo Nicoli, ha organizzato interessanti gite con il loro programma distribuito nel corso del pranzo che avrà come finale una sottoscrizione a premi. Per informazioni rivolgersi ai numeri citati o al negozio “Le Ramazzine” gestito dalle volontarie sanlazzaresi in via Casanova 14, dove trovare a prezzi d’occasione capi di abbigliamento, oggetti da arredamento, e articoli vari, nuovi o usati; anche i regali di Natale per sé, per i propri familiari e per gli amici. Anche questo è un modo per sostenere le attività di prevenzione dei tumori, e non solo, effettuate nei poliambulatori di via Libia, a Bologna, e sulla via Emilia a Ozzano, con visite specialistiche ed esami di laboratorio.

Giancarlo Fabbri

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Il nuovo libro di Fabbri a San Lazzaro lo trovi da Squilibrai

Il nuovo libro di Fabbri a San Lazzaro lo trovi da Squilibrai 

San Lazzaro (Bologna) 

Il nuovo libro di Giancarlo Fabbri Arti e mestieri a Pianoro lo potete trovare anche a San Lazzaro nella libreria Squilibrai di via Roma 24. Il volume è già stato presentato nel Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, di Pianoro, col sindaco Franca Filippini, il giornalista Gianluigi Pagani direttore de L’Idea, il vicepresidente nazionale Confindustria, presidente di Nomisma e di Marchesini Group, Maurizio Marchesini, e con lo storico sanlazzarese Pier Luigi Perazzini.

Il libro di Fabbri nella prima parte onora una ventina di artisti di ieri e di oggi legati a Pianoro. La seconda è invece dedicata ai mestieri che stanno scomparendo o che hanno subito una trasformazione grazie alle nuove tecnologie, alle moderne attrezzature e ai nuovi materiali.

Il titolo del nuovo libro non è stato scelto a caso ma nasce proprio dalla presenza, a Pianoro, del museo “Lazzarini”. Un’istituzione culturale che espone attrezzature e utensili che hanno consentito a generazioni di artigiani di realizzare oggetti d’uso e opere d’arte. Il libro è nato anche per fare onore a Pietro Lazzarini, al museo nato dalla sua donazione, alla figlia Maurizia che lo dirige, agli artisti e agli artigiani che con esperienza, ingegno e innovazione mantengono viva una “manifattura” che rischia di scomparire travolta dalla produzione industriale.

Fabbri non è alla prima esperienza come autore-editore in proprio; ha infatti pubblicato Acqua passata (Savena Setta Sambro, 2018), La Croara e i suoi gessi (2019, esaurito), Gente di San Lazzaro (2020), Farneto e dintorni (2021) e Pianoro tra storia e memoria (2022).

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