Perché no? Un parroco!

Pianoro (Bologna)

“Perché no? Un parroco!” è il titolo di un pezzo che scrissi il 16 settembre 1991, trent’anni fa, pubblicato il successivo 4 novembre su “Il Punto”, organo del Pci pianorese e unico periodico locale. Articolo dove riportavo l’appello di don Orfeo Facchini (nato il 24 marzo 1947, deceduto lo scorso 25 luglio 2021), parroco di Sant’Andrea alla Carteria di Sesto nel Comune di Pianoro, alla ricerca di documentazioni fotografiche e cartacee sulla zona di Sesto e alla vecchia chiesa di Sant’Andrea. Infatti con la distruzione per eventi bellici dell’antico borgo e della chiesa, allora in sinistra Savena alle pendici del Monte Pulcino, ogni traccia di archivio era andata perduta o se n’era persa notizia.

Dopo la pubblicazione nel 1990 del libro “Monte delle Formiche” assieme a Gaetano Marchetti, progettista della chiesa santuario di Santa Maria di Zena, don Orfeo pensò di raccogliere materiali per un libro anche sulla storia della parrocchia di Sant’Andrea di cui era parroco. Ma a differenza del Monte delle Formiche, dove ebbe modo di utilizzare l’archivio del santuario che andava dal 1400 al 1944, sulla parrocchia di Sant’Andrea trovò ben poco. E cercai di aiutarlo essendo nata un’amicizia tra un sacerdote di grande fede e un metalmeccanico, all’epoca giornalista per hobby, agnostico panteista, per la comune passione per la storia locale. E dato che con il materiale trovato su Sant’Andrea di Sesto non veniva fuori un gran libro don Orfeo allargò l’ambito alle località di Brento, Carteria, Jola, Montecalvo, Musiano, Paderno, Pieve del Pino, Rastignano, Roncrio e Sabbiuno. Volume pubblicato nel 1993, con Imelde Bentivogli, con il titolo “Andar per chiese e castelli” inserendovi il mio testo “Rastignano domani”.

Don Facchini ricercatore appassionato, sempre con la Bentivogli, ha poi allargato ulteriormente l’ambito territoriale all’intera provincia bolognese dando alle stampe, nel 1995, il libro “Andar per santuari”. Don Orfeo si era impegnato anche alla realizzazione di un libro sulla chiesina di Sesto, la cisola, dedicata a Santa Maria di Mileto, che prevedeva contributi di storici come Paola Foschi e Pier Luigi Perazzini, ma il progetto non andò a buon fine. Non perse però tempo dedicandolo al recupero del vecchio campanile costruito nel 1727, gravemente lesionato dalle cannonate nella cella campanaria, poi riparato e inaugurato di nuovo il 5 dicembre 1999 al suono delle campane tornate alla loro collocazione. Nel centenario della nascita di Luigi Fantini, sepolto nel camposanto del monte, don Facchini nel 1995 fece porre sotto al portico del santuario una lapide in suo onore con l’immagine bronzea opera di Roberto Aldrovandi.

In quegli anni inizia anche la collaborazione di don Orfeo con il Gruppo di studi Savena Setta Sambro e l’omonima rivista culturale con la pubblicazione di numerosi saggi storici. E dopo oltre sette anni di ricerche, documentali e fotografiche, con Savena Setta Sambro nel 2017 diede alle stampe il monumentale volume “Lungo il Savena di chiesa in chiesa” che fu presentato a Bologna, in San Domenico, con la partecipazione dell’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Maria Zuppi, dello sponsor Maurizio Marchesini di Marchesini Group e dello storico bolognese Mario Fanti.

Don Orfeo Facchini è stato un sacerdote che allargava il suo ministero pastorale in campi di interesse culturale carattere storico. Affondando le sue radici, nativo di Monzuno, in questa vallata del Savena, in questa nostra terra e ne faceva apprezzare tutta la ricchezza. Un suo disinteressato impegno che spero non venga dimenticato.

Giancarlo Fabbri

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Giornalista freelance
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