In un libro “Gente di San Lazzaro. Dalla A alla Zeta”

Pianoro (Bologna)

Sabato 17 ottobre nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, a Pianoro in via del Gualando 2, verrà presentato il libro di Giancarlo Fabbri “Gente di San Lazzaro”. L’autore sarà presentato da Maurizia Lazzarini, direttrice del museo, e intervistato dal giornalista pianorese Paolo Brighenti. Infatti, dopo quasi trent’anni di attività giornalistica sul territorio di San Lazzaro di Savena – per 15 anni per “il Resto del Carlino”, poi per i quotidiani “Il Domani” e “L’Informazione” abbinati a “La Stampa” di Torino –, Giancarlo Fabbri, ha dato alle stampe il suo terzo libro “Gente di San Lazzaro. Persone e personaggi dalla A alla Zeta”, come omaggio ai tanti sanlazzaresi che hanno portato onore a questa città.

Nel libro una settantina di biografie che vede insieme imprenditori, commercianti, poeti, scrittori, architetti, medici, amministratori locali, storici, sportivi, cantanti, attori, donne, uomini, giovani e anziani. Qualche nome? Pupi Avati, Matteo Belli, Cesare Cremonini, Cristina D’Avena, Riccardo Fogli, Gianni Morandi e Alberto Tomba. Persone e personaggi che trovate in edicola anche a Pianoro, Pian di Macina, Rastignano e, ovviamente, a San Lazzaro. Dello stesso autore sono già stati pubblicati i libri: “Acqua passata. Storie, cronache e personaggi di Pianoro” (2018) e “La Croara e i suoi gessi. Leggende, miracoli, tragedie, delitti e messe nere” (2019) entrambi esauriti in pochi mesi.

A farci caso quello di San Lazzaro è un territorio strano, per tanti motivi. Basti soltanto pensare all’alta concentrazione di cantanti di rilievo nazionale. Per reddito procapite dei suoi contribuenti è poi tra i comuni più ricchi d’Italia, superando anche la vicina Bologna. Ma nonostante questa ricchezza nell’emblema municipale ha il mendico lebbroso Lazzaro del Vangelo di Luca. Con tra i suoi più importanti residenti, don Olinto Giuseppe Marella, il prete mendicante che ha accolto e sfamato centinaia di bambini, beatificato il 4 ottobre scorso.

Tanti sono diventati sanlazzaresi per scelta personale, come il toscano Fogli, tornato tra i “fratelli” Pooh dopo una carriera da solista, o come il monghidorese Morandi. Con il Gianni nazionale a dire che «sì abito a San Lazzaro da vent’anni, ma mi sento ancora di Monghidoro». E nel libro si narra dei suoi esordi di ragazzo portato in motocicletta a fare serate anche fuori provincia, del matrimonio con Laura, della loro separazione, dei periodi bui e di quelli del riscatto, dell’incontro con Anna per giungere fino ai giorni nostri travagliati dal Covid-19.

Il libro racconta infatti la vita di settanta sanlazzaresi con tanti qui non citati che meritano di essere conosciuti anche al di fuori dei confini di un Comune che fino alla seconda guerra mondiale aveva come uniche “industrie” l’agricoltura e le cave di sabbia, ghiaia, argilla e gesso. Poi industrie importanti nel manifatturiero metalmeccanico che lo hanno fatto diventare grande, ricco e importante. Un Comune che oggi ha un sindaco, Isabella Conti, che con scelte coraggiose, e innovative, si sta ponendo in evidenza anche nel panorama regionale e nazionale.

Giancarlo Fabbri

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Giornalista freelance
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